Meloni alla GAM di Torino: presentato Fratelli d’Italia, il partito dei delusi
Giorgia Meloni, coofondatrice del neopartito Fratelli d’Italia, ha
concluso così il suo discorso di campagna elettorale alla GAM( galleria
d’arte moderna) di Torino, tenutosi sabato pomeriggio. Un discorso in
cui i toni sono stati certamente molto sostenuti, e in cui non sono
stati risparmiati i due acerrimi nemici della destra italiana odierna,
il Pd e il premier uscente Monti, costantemente sotto attacco,
indipendentemente dal contesto. Niente di nuovo sotto il sole, si
potrebbe dire.
A Bersani è stata rinfacciata la famosa minaccia di “sbranare” chi
avesse sospettato un coinvolgimento del Pd nei fatti del Montepaschi, a
Renzi è stato contestato (pur senza nominarlo esplicitamente)
l’intenzione di rinnovare la politica con una semplice “rottamazione”:
secondo la Meloni, l’obbiettivo principale è ottenere spazio per i
giovani in politica, anche a costo di cambiare alcune norme della
Costituzione (“all’età in cui Cameron ha iniziato a fare politica, in
Italia non si può nemmeno sedere in Parlamento”), non cacciare via i
parlamentari, senza nemmeno tenere conto delle competenze dimostrate.
Quanto a Monti, il cambiamento di posizione sull’Imu mostrata in
questi giorni ha fornito pane per i denti per l’agguerrita ex
parlamentare Pdl, che ha definito definito il suo comportamento da
“peggiore dei politicanti”.
Non è questa la novità, ma la chiarezza, la decisione con cui la
Meloni ha preso le distanze da Berlusconi. Una presa di posizione
drastica fatta a nome del partito, nonostante gli altri cofondatori
siano Crosetto e La Russa, fedelissimi al Cavaliere fino a pochissimi
giorni fa. Ha definito Fratelli d’Italia “il partito di centro destra
che si può votare a testa alta”, ha polemizzato contro la presenza di
molti politici “impresentabili”a causa delle fedine penali tutt’altro
che pulite, graziati solo perché amici di Berlusconi (riferendosi a
dell’Utri), ha ribadito l’obbligo morale per chiunque faccia politica di
“restare fedeli alle proprie idee e non a un capo”. Diversa anche la
posizione sulla legge elettorale: nella scelta dei Parlamentari, ha
sostenuto, si deve ricorrere alla meritocrazia, la politica non deve
essere il sostentamento di chi non è in grado di guadagnare “facendo
altro”, e per metterla in atto è necessario un sistema elettorale
preferenziale. Insomma, la Meloni coi suoi attacchi ha travolto la
“vecchia” destra berlusconiana come un fiume in piena, ha incarnato il
ruolo che Renzi a sua volta ha tentato di assumere (con scarso esito)
all’interno della sinistra: quello di saper rinnovare e migliorare
concretamente la politica, per ridare fiducia ed entusiasmo agli
elettori. Che sia un fuoco di paglia, destinato a spegnersi in pochi
mesi? Lo stabilirà il risultato delle urne. Ma almeno questa volta,
forse, c’è la possibilità che il Cavaliere si renda conto che a
giudicare i suoi comportamenti scandalosi non sia soltanto la “sinistra
comunista”. Non si tratterebbe di un passo indietro, ma di fare un esame
di coscienza: un atto simile da parte di Berlusconi, sarebbe già
qualcosa di importante.
articolo già pubblicato su Retrò on line
Nessun commento:
Posta un commento