LABORATORIO APPROVATO DAL CONSIGLIO DIRETTIVO DELL'ASSOCIAZIONE IN DATA 20.12.10


Referente dal 2012: EDOARDO SCHIESARI

martedì 26 febbraio 2013

Lo tsunami politico

Elezioni 2013

 

Bersani vince di misura alla Camera contro Berlusconi. Boom di Grillo: M5S primo partito. A Monti il 10%

Si è finalmente conclusa la convulsa giornata elettorale, i cui risultati finali indicano Bersani come futuro presidente del Consiglio e la coalizione di centrosinistra a capo della Camera, con una risicati sisma maggioranza del 29, 55%, contro il 29,15 del centrodestra. Un risultato assolutamente deludente rispetto alle aspettative, specie se si considerano le scissioni interne al Pdl, la mancanza di fiducia espressa chiaramente dall’Europa nei confronti di Berlusconi (richiamata oggi dallo stesso Schulz, ironicamente soprannominato Kapò dal Cavaliere durante uno dei suoi show al Parlamento Europeo), e tutte le grane giudiziarie dell’ex premier. Eppure, è stato uno attenuante testa a testa tra Pdl e Pd, che ha visto Berlusconi rimontare clamorosamente nelle ultime ore, sopprattutto grazie ai voti ottenuti in Lombardia, Campania e Sicilia.
Da sottolineare tre aspetti del risultato delle urne.
Primo: nessun partito ha ottenuto la maggioranza in Senato. Non è stato infatti raggiunto infatti il quorum dei 158 seggi necessari (quelli necessari per ottenere più della metà di quelli totali). Il Pd si è fermato a 123, il Pdl a 118, con a seguire i 53 dei M5S e i 19 di Lista civica.
Risultato: o il Pdl e il Pd optano per una politica di compromessi, o l’Italia sarà un paese ingovernabile, e l’unica soluzione possibile sarà il ritorno al voto. E in un momento così delicato, in cui servono riforme condivise per uscire definitivamente dalla crisi e dare il via ad una progressiva crescita economica, avere un governo instabile può avere delle gravi conseguenze sui mercati finanziari e sulla crescita dello Sread. Ma auspicare un accordo tra Berlusconi e la sinistra, che da anni, in seguito ai pesanti e indiscriminati attacchi del Cavaliere, dichiarano di non voler assolutamente collaborare, è quasi un’utopia.
Secondo: il Movimento 5 stelle è ufficialmente il primo partito in Italia. Ha ottenuto il
25,54% dei voti, superando di 4 punti il Pdl e di 0,1 il Pd. Un vero boom, di cui lo stesso Napolitano aveva sottovalutato la portata mesi fa, e che invece si rivela una forza chiave per il governo del Paese. In primo luogo perché manifesta un forte desiderio di cambiamento da parte dei cittadini, di malcontento nei confronti della vecchia classe dirigente; poi perchè, se si alleasse con qualunque delle coalizioni all’interno della Camera, determinerebbe quale sia veramente la maggioranza al governo. Per ora, Grillo, il fondatore, ha sempre dispensato critiche a tutti i partiti, ma non ha mai dichiarato a quale ideologia politica si sente appartenere. Continuerà a mantenete il distacco dai partiti? Staremo a vedere.
Infine: il “centro” è crollato, la curiosa alleanza Monti-Fini-Casini si è rivelata un fallimento. Monti è riuscito ad ottenere il 10%, ma Fini e Casini, ottenendo entrambi meno del 2%, con il risultato di essere esclusi totalmente dall’ottenere un seggio in Parlamento. Stessa sorte tocca a Ingroia, che attacca il Pd e i media sostenendo di essere stato “oscurato”, e, come era prevedibile, Giannino. L’amarezza nelle parole di Monti è palpabile, ma traspare un sincero apprezzamento e una gratitudine quasi commovente nei confronti di chi ha capito che i sacrifici imposti dal governo “dei professorini” avevano come scopo il Bene comune, e che hanno mostrato senso civico nel sostenerlo col proprio voto, facendo prevalere “l’amor di patria” sull’egoismo di chi bada solo ai propri interessi.
di Edoardo Schiesari (da Retrooline)
Pubblicato su richiesta dell'autore
 
Pierluigi Bersani incontra gli elettori al Mercato di Corso Racconigi a Torino
Pierluigi Bersani incontra gli elettori al Mercato di Corso Racconigi a Torino

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=yJbP0TA-s7I

mercoledì 6 febbraio 2013

Fratelli delusi

Meloni alla GAM di Torino: presentato Fratelli d’Italia, il partito dei delusi

di Edoardo Schiesari
“Bisogna dare battaglia, perché Dio conceda vittoria”.
Giorgia Meloni, coofondatrice del neopartito Fratelli d’Italia, ha concluso così il suo discorso di campagna elettorale alla GAM( galleria d’arte moderna) di Torino, tenutosi sabato pomeriggio. Un discorso in cui i toni sono stati certamente molto sostenuti, e in cui non sono stati risparmiati i due acerrimi nemici della destra italiana odierna, il Pd e il premier uscente Monti, costantemente sotto attacco, indipendentemente dal contesto. Niente di nuovo sotto il sole, si potrebbe dire.
A Bersani è stata rinfacciata la famosa minaccia di “sbranare” chi avesse sospettato un coinvolgimento del Pd nei fatti del Montepaschi, a Renzi è stato contestato (pur senza nominarlo esplicitamente) l’intenzione di rinnovare la politica con una semplice “rottamazione”: secondo la Meloni, l’obbiettivo principale è ottenere spazio per i giovani in politica, anche a costo di cambiare alcune norme della Costituzione (“all’età in cui Cameron ha iniziato a fare politica, in Italia non si può nemmeno sedere in Parlamento”), non cacciare via i parlamentari, senza nemmeno tenere conto delle competenze dimostrate.
Quanto a Monti, il cambiamento di posizione sull’Imu mostrata in questi giorni ha fornito pane per i denti per l’agguerrita ex parlamentare Pdl, che ha definito definito il suo comportamento da “peggiore dei politicanti”.
Non è questa la novità, ma la chiarezza, la decisione con cui la Meloni ha preso le distanze da Berlusconi. Una presa di posizione drastica fatta a nome del partito, nonostante gli altri cofondatori siano Crosetto e La Russa, fedelissimi al Cavaliere fino a pochissimi giorni fa. Ha definito Fratelli d’Italia “il partito di centro destra che si può votare a testa alta”, ha polemizzato contro la presenza di molti politici “impresentabili”a causa delle fedine penali tutt’altro che pulite, graziati solo perché amici di Berlusconi (riferendosi a dell’Utri), ha ribadito l’obbligo morale per chiunque faccia politica di “restare fedeli alle proprie idee e non a un capo”. Diversa anche la posizione sulla legge elettorale: nella scelta dei Parlamentari, ha sostenuto, si deve ricorrere alla meritocrazia, la politica non deve essere il sostentamento di chi non è in grado di guadagnare “facendo altro”, e per metterla in atto è necessario un sistema elettorale preferenziale. Insomma, la Meloni coi suoi attacchi ha travolto la “vecchia” destra berlusconiana come un fiume in piena, ha incarnato il ruolo che Renzi a sua volta ha tentato di assumere (con scarso esito) all’interno della sinistra: quello di saper rinnovare e migliorare concretamente la politica, per ridare fiducia ed entusiasmo agli elettori. Che sia un fuoco di paglia, destinato a spegnersi in pochi mesi? Lo stabilirà il risultato delle urne. Ma almeno questa volta, forse, c’è la possibilità che il Cavaliere si renda conto che a giudicare i suoi comportamenti scandalosi non sia soltanto la “sinistra comunista”. Non si tratterebbe di un passo indietro, ma di fare un esame di coscienza: un atto simile da parte di Berlusconi, sarebbe già qualcosa di importante.

(Foto Niccolò Caranti, licenza creative commons)
articolo già pubblicato su Retrò on  line

venerdì 25 gennaio 2013

Ecologia: il 22 gennaio 1978 la Svezia proibiva l’uso di bombolette spray dannose per l’atmosfera

di Edoardo Schiesari
Il buco nell’Ozono, lo scioglimento dei ghiacciai, il riscaldamento globale, il rischio di estinzione di intere specie di animali: oggi queste problematiche sono all’ordine del giorno. I media in particolare, hanno contribuito a sensibilizzare la popolazione, rendendola il più consapevole e informata possibile sulle conseguenze che i danni subiti dall’ambiente e all’atmosfera possono comportare sulla salute. Un metodo che si basa soprattutto sulla paura e sull’egoismo, inteso come amore per sé stessi, sempre presenti nell’essere umano: se si parte dal presupposto che sono questi i due aspetti dell’uomo che più lo influenzano, i media possono far leva su questi due aspetti informando e indirizzando l’agire comune verso il bene della società. Basta far sapere che i raggi ultravioletti non schermati dall’Ozono provocano il cancro, e subito l’interesse della popolazione si accende. E gli effetti cominciano a vedersi, anche se i danni provocati all’atmosfera dai gas sembrano irreversibili: molti tra i più grandi paesi industrializzati hanno aderito a un programma di riduzione di emissione di gas nocivi, in particolare nel 2001 col protocollo di Kyoto, sottoscritto in Giappone da più di cento sessanta paesi; spesso si effettuano degli studi pubblicati da tutti i maggiori quotidiani sulle condizioni di inquinamento nelle gandi città, e per migliorarne le condizioni si è arrivati ad imporre l’obbligo della raccolta differenziata (per ridurre tramite il riciclo il consumo di plastica, materiale inquinante) e a vietare la circolazione di automezzi in molte zone del centro urbano. Chi avrebbe mai immaginato, anni fa, che la gente vi avrebbe dato tanta importanza, da invitare i consumatori a servirsi di una sola busta, riutilizzabile ogni volta, per fare le spesa nei supermercati?
C’è una data specifica con si può identificare l’inizio di questo radicale cambiamento di prospettiva: il 23 gennaio 1978. Quel giorno infatti fu la data della prima presa di coscienza da parte di un’intera nazione del fatto che l’uomo e le sue attività possono provocare dei danni all’ambiente. La Svezia infatti mise al bando l’uso delle bombolette spray, molto usate per murales e graffitti, in seguito alle scoperte riportate dai due ricercatori Mario Molina e Sherwood Rowland nel 1974 (i primi a individuare la connessione tra gas e assottigliamento dell’Ozono nelle zone polari). Queste infatti contenevano gas che se concentrati in grandi quantità nell’atmosfera, danneggiano lo “scudo” che protegge il pianeta dalle radiazioni solari: sono i cosiddetti CC, i clorofluorocarburi. Anche se alcuni paesi, tra cui gli USA e la Cina, hanno continuato a farne un uso larghissimo nella produzione industriale per oltre trent’anni, questa data ha un significato simbolico fondamentale: mostra come la linea politica dei governi e delle classi dirigenti abbia deciso di sacrificare gli interessi economici per preservare i propri cittadini, anche se allora il livello d’informazione era tale che avrebbero potuto tranquillamente non riconoscere la validità delle scoperte scientifiche, come si è fatto con l’amianto in Italia. Non basta essere a conoscenza dei fatti, bisogna avere delle priorità, bisogna possedere una coscienza civile che imponga di sciegliere ciò che è giusto e non ciò che conviene. Non si tratta di populismo, ma di semplice rispetto per il prossimo.

già pubblicato su RETRO' ON LINE