Il buco nell’Ozono, lo scioglimento dei ghiacciai, il riscaldamento
globale, il rischio di estinzione di intere specie di animali: oggi
queste problematiche sono all’ordine del giorno. I media in particolare,
hanno contribuito a sensibilizzare la popolazione, rendendola il più
consapevole e informata possibile sulle conseguenze che i danni subiti
dall’ambiente e all’atmosfera possono comportare sulla salute. Un metodo
che si basa soprattutto sulla paura e sull’egoismo, inteso come amore
per sé stessi, sempre presenti nell’essere umano: se si parte dal
presupposto che sono questi i due aspetti dell’uomo che più lo
influenzano, i media possono far leva su questi due aspetti informando e
indirizzando l’agire comune verso il bene della società. Basta far
sapere che i raggi ultravioletti non schermati dall’Ozono provocano il
cancro, e subito l’interesse della popolazione si accende. E gli effetti
cominciano a vedersi, anche se i danni provocati all’atmosfera dai gas
sembrano irreversibili: molti tra i più grandi paesi industrializzati
hanno aderito a un programma di riduzione di emissione di gas nocivi, in
particolare nel 2001 col protocollo di Kyoto, sottoscritto in Giappone
da più di cento sessanta paesi; spesso si effettuano degli studi
pubblicati da tutti i maggiori quotidiani sulle condizioni di
inquinamento nelle gandi città, e per migliorarne le condizioni si è
arrivati ad imporre l’obbligo della raccolta differenziata (per ridurre
tramite il riciclo il consumo di plastica, materiale inquinante) e a
vietare la circolazione di automezzi in molte zone del centro urbano.
Chi avrebbe mai immaginato, anni fa, che la gente vi avrebbe dato tanta
importanza, da invitare i consumatori a servirsi di una sola busta,
riutilizzabile ogni volta, per fare le spesa nei supermercati?
C’è una data specifica con si può identificare l’inizio di questo radicale cambiamento di prospettiva: il 23 gennaio 1978. Quel giorno infatti fu la data della prima presa di coscienza da parte di un’intera nazione del fatto che l’uomo e le sue attività possono provocare dei danni all’ambiente. La Svezia infatti mise al bando l’uso delle bombolette spray, molto usate per murales e graffitti, in seguito alle scoperte riportate dai due ricercatori Mario Molina e Sherwood Rowland nel 1974 (i primi a individuare la connessione tra gas e assottigliamento dell’Ozono nelle zone polari). Queste infatti contenevano gas che se concentrati in grandi quantità nell’atmosfera, danneggiano lo “scudo” che protegge il pianeta dalle radiazioni solari: sono i cosiddetti CC, i clorofluorocarburi. Anche se alcuni paesi, tra cui gli USA e la Cina, hanno continuato a farne un uso larghissimo nella produzione industriale per oltre trent’anni, questa data ha un significato simbolico fondamentale: mostra come la linea politica dei governi e delle classi dirigenti abbia deciso di sacrificare gli interessi economici per preservare i propri cittadini, anche se allora il livello d’informazione era tale che avrebbero potuto tranquillamente non riconoscere la validità delle scoperte scientifiche, come si è fatto con l’amianto in Italia. Non basta essere a conoscenza dei fatti, bisogna avere delle priorità, bisogna possedere una coscienza civile che imponga di sciegliere ciò che è giusto e non ciò che conviene. Non si tratta di populismo, ma di semplice rispetto per il prossimo.
C’è una data specifica con si può identificare l’inizio di questo radicale cambiamento di prospettiva: il 23 gennaio 1978. Quel giorno infatti fu la data della prima presa di coscienza da parte di un’intera nazione del fatto che l’uomo e le sue attività possono provocare dei danni all’ambiente. La Svezia infatti mise al bando l’uso delle bombolette spray, molto usate per murales e graffitti, in seguito alle scoperte riportate dai due ricercatori Mario Molina e Sherwood Rowland nel 1974 (i primi a individuare la connessione tra gas e assottigliamento dell’Ozono nelle zone polari). Queste infatti contenevano gas che se concentrati in grandi quantità nell’atmosfera, danneggiano lo “scudo” che protegge il pianeta dalle radiazioni solari: sono i cosiddetti CC, i clorofluorocarburi. Anche se alcuni paesi, tra cui gli USA e la Cina, hanno continuato a farne un uso larghissimo nella produzione industriale per oltre trent’anni, questa data ha un significato simbolico fondamentale: mostra come la linea politica dei governi e delle classi dirigenti abbia deciso di sacrificare gli interessi economici per preservare i propri cittadini, anche se allora il livello d’informazione era tale che avrebbero potuto tranquillamente non riconoscere la validità delle scoperte scientifiche, come si è fatto con l’amianto in Italia. Non basta essere a conoscenza dei fatti, bisogna avere delle priorità, bisogna possedere una coscienza civile che imponga di sciegliere ciò che è giusto e non ciò che conviene. Non si tratta di populismo, ma di semplice rispetto per il prossimo.
già pubblicato su RETRO' ON LINE
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